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Italia e Somalia

I rapporti bilaterali tra Italia e Somalia hanno radici storiche profonde, che si traducono non solo in una fitta rete di legami e relazioni istituzionali, ma anche in numerosi scambi che avvengono tra le rispettive Società Civili, Università, enti del settore privato. Tale contesto, in continua evoluzione, vede l’Ambasciata d’Italia, che ha riaperto a Mogadiscio nel 2014 ed è tuttora l’unica Ambasciata dell’Unione Europea operativa nella Capitale somala, impegnata a facilitare e rafforzare le relazioni in tutti gli ambiti, sviluppatesi nel corso di una lunga storia comune e che ancora oggi, nonostante la cesura creata dai lunghi anni di guerra civile, traggono forza e intensità da un sincero spirito di fraterno riconoscimento.

Brevi cenni storici

Al termine della II Guerra Mondiale, nel 1950, le Nazioni Unite affidano al Governo Italiano l’Amministrazione Fiduciaria della Somalia (AFIS), con l’obiettivo di guidare gradualmente l’ex colonia all’indipendenza creando la sua classe dirigente e il sistema democratico. Si trattò dell’unico caso di amministrazione fiduciaria assegnata ad una nazione sconfitta nella seconda guerra mondiale. Al termine di questo periodo (che ebbe fine per decisione italiana con 6 mesi di anticipo rispetto alla scadenza del mandato onusiano), la stessa organizzazione politica somala che inizialmente si era opposta al mandato italiano, la lega dei Giovani Somali (SYL), aveva radicalmente mutato il proprio giudizio sull’Italia e aveva da tempo avviato con gli Amministratori italiani un rapporto di fiducia e di grande collaborazione.

Con le elezioni del 1959 e l’approvazione della Costituzione, nasceva, nel luglio del 1960, la I Repubblica Somala. Nel 1969 un colpo di stato militare e l’assassinio del Presidente Abdirashid Ali Shermarke segnarono l’ascesa del Generale Siad Barre.

A seguito del crollo del regime di Siad Barre nel 1991 e del collasso delle sue Istituzioni, il Paese precipitò infatti in una guerra civile, nonostante la sostanziale omogeneità che lo caratterizza dal punto di vista etnico, linguistico e religioso. Il conflitto condusse alla dissoluzione del governo centrale e alla proliferazione di entità regionali, ciascuna delle quali con un precario controllo su ridotte porzioni di territorio, e di forze islamiche radicali, tra le quali innanzitutto Al-Shabaab.

Gruppo terroristico nazionalista nel tempo affiliatosi ad Al Qaeda, Al-Shabaab emerse nel 2006 all’interno dell’Unione delle Corti Islamiche (UIC) e assunse il controllo di parte delle regioni meridionali della Somalia in contrapposizione al neo-istituito Governo Federale di transizione somalo, assicurando una parziale stabilità a quell’area dopo un decennio di conflitti tra i cd. “signori della guerra”. Nel 2006, dopo la presa di Mogadiscio da parte dell’UIC, l’Etiopia e gli USA intervennero in Somalia a supporto del Governo di transizione, liberando la capitale e segnando la fine dell’esperienza delle Corti Islamiche. Al-Shabaab, tuttavia, rimane tutt’ora operativo.

Per consolidare le Istituzioni e le capacità difensive delle Forze di sicurezza somale, l’Unione Africana ha istituito nel 2007 la Missione di peacekeeping AMISOM (successivamente riconfigurata in ATMIS – African Transition Mission in Somalia), autorizzata ex post dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU, per gestire la sicurezza nel Paese, operando contro Al-Shabaab, e sostenere il processo di riconciliazione nazionale. Tale processo ha condotto, nel 2012, alla formazione di un Governo Federale somalo, prima autorità centrale permanente dal 1991 e primo passo verso la lunga e complessa ricostruzione istituzionale su base federale.

La riforma della Costituzione provvisoria del 2012 è tuttora in corso. Ciò anche a causa di frizioni fra il Governo e gli Stati federati (in particolare, lo Jubaland e il Puntland), in merito alla ripartizione delle competenze tra centro e periferia e sulla distribuzione delle risorse dal Governo centrale agli Stati federati. Particolarmente delicato il rapporto tra Somalia e Somaliland, entità proclamatasi indipendente nel 1991.

Cooperazione politica

L’Italia intrattiene con la Somalia una relazione intensa ed articolata sia a livello bilaterale che multilaterale, fornendo un contributo primario al processo di stabilizzazione del Paese che vede coinvolti non solo le istituzioni governative ma anche le società civili grazie all’impegno delle nostre ONG, Università ed Imprese e sempre di più la numerosa diaspora somala in Italia.

Elemento qualificante della nostra azione in Somalia è la cooperazione nel settore della sicurezza. L’Italia detiene il comando ed è il maggiore contributore di truppe della missione di addestramento delle Forze Armate Somale dell’Unione Europea (EUTM). A livello bilaterale, l’Arma dei Carabinieri svolge attività addestrativa a favore della polizia somala nell’ambito del programma (MIADIT). Molti quadri militari somali sono stati formati in accademie militari italiane, così come larga parte della leadership somala ha compiuto i propri studi presso Università italiane o presso l’Università Nazionale Somala, ancora operante in Somalia e che ha beneficiato di uno dei progetti storicamente più importanti della Cooperazione Italiana.

La conoscenza del nostro idioma e ancora molto diffusa in Somalia soprattutto nella classe dirigente.